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| Una coppietta di homo ergaster durante una disputa al supermercato vicino a casa |
Il razzismo è una concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la ‘purezza’ e il predominio della ‘razza superiore’.
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La prima teoria ‘scientifica’ della differenziazione biologica dell’umanità in razze fu la classificazione in base al colore della pelle operata da C. Linneo nel 1735.
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Anche l’evoluzionismo di C. Darwin fu strumentalizzato per cercare di avvalorare le tesi razziste sostenendo che il dominio imperialistico sul mondo dimostrerebbe la superiorità biologica della razza bianca, più adatta ad affrontare la lotta per la vita e la selezione naturale.
(Treccani)
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La prima teoria ‘scientifica’ della differenziazione biologica dell’umanità in razze fu la classificazione in base al colore della pelle operata da C. Linneo nel 1735.
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Anche l’evoluzionismo di C. Darwin fu strumentalizzato per cercare di avvalorare le tesi razziste sostenendo che il dominio imperialistico sul mondo dimostrerebbe la superiorità biologica della razza bianca, più adatta ad affrontare la lotta per la vita e la selezione naturale.
(Treccani)
L’evoluzione biologica è il processo di cambiamento adattivo per il quale tutte le specie viventi – e solo queste – mutano di generazione in generazione per adattarsi all’ambiente in continua trasformazione.
(Treccani)
(Treccani)
Tra le tante prove dell’evoluzione , provenienti dalle discipline più disparate, solitamente non si pensa a ciò: se non fosse stato grazie alla capacità degli organismi degli ominidi di cambiare al fine di adattarsi alle trasformazioni ambientali, ovvero di evolversi, noi tutti saremmo ancora pelosi e avremmo la pelle bianca. E di certo non occuperemmo territori caratterizzati da un clima tropicale.
Quanto alle razze, sarà evidente a fine articolo che le differenze fenotipiche che caratterizzano due diverse etnie sono dovute all’adattamento a due diversi ambienti, e che in essi tanto la pelle chiara quanto quella scura sono vantaggiose, senza alcuna superiorità della prima. Vi è poi una parte pseudo-antropometrica della teoria del razzismo che confuterò in un altro articolo.I primi ominidi, fino a 2 milioni di anni fa, avevano sotto il pelo scuro, proprio come gli scimpanzé (specie più vicina geneticamente a noi), la pelle bianca. In quell’epoca, coesistevano Homo habilis, vissuto tra circa 2,3 milioni di anni fa e 1,5 milioni di anni fa, e Homo ergaster, vissuto tra circa 1,9 milioni di anni fa e 1,5 milioni di anni fa. [1] e [2]L’uno visse sempre in Africa, in praterie e foreste dove il clima diveniva sempre più freddo e rigido. [1]Nel frattempo, le savane dell’Africa orientale subivano da 2 a 1,8 milioni di anni fa bruschi e continui cambiamenti climatici. [4] E’ alla fine di questi che il clima divenne più arido, favorendo l’espansione delle savane.Fu l’ergaster il primo ominide a popolare questo nuovo ambiente ben più aperto di quelli cui era abituato l’homo habilis: dunque perse gli adattamenti dei suoi predecessori atti ad arrampicarsi sugli alberi, ed acquisì gambe più lunghe che gli permettevano di spostarsi su lunghe distanze e anche la capacità di correre su due zampe. [2]Si verificò però un problema: a differenza dell’habilis, alto 130 cm, l’ergaster era un brutto bestione di 180 cm, nel quale quindi l’omeostasi non poteva avvenire facilmente come in un animale, dotato anch’esso di una notevole pelliccia, ma ben più piccolo come la iena; quando andavano a caccia si surriscaldavano velocemente, sia per la maggiore esposizione al sole sia perché procurarsi il cibo era ora più difficile che in passato, e quindi dovevano tornare presto indietro, facilmente a mani vuote.E d’altronde, sebbene entrambi mangiassero carne [3], questa caratterizzava l’alimentazione soprattutto del secondo, come testimoniano la gabbia toracica e il bacino più piccoli di quelli delle specie Homo precedenti, che implicano un ventre più piccolo; questo, in congiunta ad un cervello più grande, rende necessario che l’ergaster avesse un’alimentazione più nutriente, ergo, includesse più carne nella propria dieta [2].Dunque non poteva accontentarsi più di tanto di semi, radici, foglie, bacche, frutta: era costretto a doversi procurare della carne stando attento a non essere ucciso dai grandi predatori, e in particolare la sua bestia nera doveva essere la iena, (seguita dall’avvoltoio, presente nell’immagine in evidenza), considerato che le carcasse di animali morti erano l’unica possibilità di successo nella caccia: gli studiosi concordano nel non vedere gli ergaster con una lancia in mano.Soluzione al problema? Sudore! Aveva pochissime ghiandole sudorali, poste quasi esclusivamente sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. Dunque, nel corso di un milione di anni sviluppò un pelo più chiaro, sottile e corto di quello dello scimpanzé (ma non meno folto: un uomo medio ha più peli di uno scimpanzé) a favore di due milioni di ghiandole sudorali. Insomma dovette sviluppare un migliore sistema di raffreddamento.Sorgeva però così un altro problema: i nostri antenati non avevano difese dall’intensa luce solare, pertanto a seguito di una mutazione con la quale la melanina passò da agire sulla scurezza dei peli ad agire sulla scurezza della pelle, coloro che avevano abbastanza melanina, e di conseguenza svilupparono una pelle abbastanza scura, sopravvissero, chi no, morì. E’ chiaro che questo portò alfine ad una totalità di persone aventi la pelle nera, a parte gli albini (caratterizzati dall’assenza di melanina), che comunque morivano subito.Si conviene però specificare che non trattavasi semplicemente di evitare un cancro alla pelle, il che non avrebbe mai costituito una spinta evoluzionistica: l’esposizione a luce solare intensa per una sola ora dimezzava (come lo fa ancora oggi, ovviamente) la folacina di un individuo con la pelle bianca, e bassi livelli di essa portano a difetti del tubo neurale, che portano ad un non completo sviluppo del cervello o del midollo spinale. Inoltre poca folacina ostacola lo sviluppo dello sperma. E infine la pelle nera servì per bloccare i raggi solari, perché da quelli UV è determinata la produzione della vitamina D, importante perché facilita l’assorbimento del calcio da parte dell’organismo e il deposito di esso nelle ossa, ma che a livelli elevati diventa tossica.Ed è da qui che parte la necessaria spiegazione di perché non siamo tutti neri.I signori ergaster 1,2 milioni di anni fa migrarono verso Nord, dove la luce solare era molto meno intensa che in Africa. La pelle nera veniva ad essere controproducente: essendo la luce meno intensa, erano meno anche i raggi UV, e pertanto non abbastanza per la produzione di vitamina D quelli lasciati passare dalla pelle nera; dunque a questo punto sopravvissero i pochi che avevano abbastanza poca melanina, e quindi una pelle abbastanza chiara, poiché è evidente che qualunque trauma fisico ricevessero quelli con la pelle scura era fatale a causa della grave carenza di vitamina D.
Quanto alle razze, sarà evidente a fine articolo che le differenze fenotipiche che caratterizzano due diverse etnie sono dovute all’adattamento a due diversi ambienti, e che in essi tanto la pelle chiara quanto quella scura sono vantaggiose, senza alcuna superiorità della prima. Vi è poi una parte pseudo-antropometrica della teoria del razzismo che confuterò in un altro articolo.I primi ominidi, fino a 2 milioni di anni fa, avevano sotto il pelo scuro, proprio come gli scimpanzé (specie più vicina geneticamente a noi), la pelle bianca. In quell’epoca, coesistevano Homo habilis, vissuto tra circa 2,3 milioni di anni fa e 1,5 milioni di anni fa, e Homo ergaster, vissuto tra circa 1,9 milioni di anni fa e 1,5 milioni di anni fa. [1] e [2]L’uno visse sempre in Africa, in praterie e foreste dove il clima diveniva sempre più freddo e rigido. [1]Nel frattempo, le savane dell’Africa orientale subivano da 2 a 1,8 milioni di anni fa bruschi e continui cambiamenti climatici. [4] E’ alla fine di questi che il clima divenne più arido, favorendo l’espansione delle savane.Fu l’ergaster il primo ominide a popolare questo nuovo ambiente ben più aperto di quelli cui era abituato l’homo habilis: dunque perse gli adattamenti dei suoi predecessori atti ad arrampicarsi sugli alberi, ed acquisì gambe più lunghe che gli permettevano di spostarsi su lunghe distanze e anche la capacità di correre su due zampe. [2]Si verificò però un problema: a differenza dell’habilis, alto 130 cm, l’ergaster era un brutto bestione di 180 cm, nel quale quindi l’omeostasi non poteva avvenire facilmente come in un animale, dotato anch’esso di una notevole pelliccia, ma ben più piccolo come la iena; quando andavano a caccia si surriscaldavano velocemente, sia per la maggiore esposizione al sole sia perché procurarsi il cibo era ora più difficile che in passato, e quindi dovevano tornare presto indietro, facilmente a mani vuote.E d’altronde, sebbene entrambi mangiassero carne [3], questa caratterizzava l’alimentazione soprattutto del secondo, come testimoniano la gabbia toracica e il bacino più piccoli di quelli delle specie Homo precedenti, che implicano un ventre più piccolo; questo, in congiunta ad un cervello più grande, rende necessario che l’ergaster avesse un’alimentazione più nutriente, ergo, includesse più carne nella propria dieta [2].Dunque non poteva accontentarsi più di tanto di semi, radici, foglie, bacche, frutta: era costretto a doversi procurare della carne stando attento a non essere ucciso dai grandi predatori, e in particolare la sua bestia nera doveva essere la iena, (seguita dall’avvoltoio, presente nell’immagine in evidenza), considerato che le carcasse di animali morti erano l’unica possibilità di successo nella caccia: gli studiosi concordano nel non vedere gli ergaster con una lancia in mano.Soluzione al problema? Sudore! Aveva pochissime ghiandole sudorali, poste quasi esclusivamente sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. Dunque, nel corso di un milione di anni sviluppò un pelo più chiaro, sottile e corto di quello dello scimpanzé (ma non meno folto: un uomo medio ha più peli di uno scimpanzé) a favore di due milioni di ghiandole sudorali. Insomma dovette sviluppare un migliore sistema di raffreddamento.Sorgeva però così un altro problema: i nostri antenati non avevano difese dall’intensa luce solare, pertanto a seguito di una mutazione con la quale la melanina passò da agire sulla scurezza dei peli ad agire sulla scurezza della pelle, coloro che avevano abbastanza melanina, e di conseguenza svilupparono una pelle abbastanza scura, sopravvissero, chi no, morì. E’ chiaro che questo portò alfine ad una totalità di persone aventi la pelle nera, a parte gli albini (caratterizzati dall’assenza di melanina), che comunque morivano subito.Si conviene però specificare che non trattavasi semplicemente di evitare un cancro alla pelle, il che non avrebbe mai costituito una spinta evoluzionistica: l’esposizione a luce solare intensa per una sola ora dimezzava (come lo fa ancora oggi, ovviamente) la folacina di un individuo con la pelle bianca, e bassi livelli di essa portano a difetti del tubo neurale, che portano ad un non completo sviluppo del cervello o del midollo spinale. Inoltre poca folacina ostacola lo sviluppo dello sperma. E infine la pelle nera servì per bloccare i raggi solari, perché da quelli UV è determinata la produzione della vitamina D, importante perché facilita l’assorbimento del calcio da parte dell’organismo e il deposito di esso nelle ossa, ma che a livelli elevati diventa tossica.Ed è da qui che parte la necessaria spiegazione di perché non siamo tutti neri.I signori ergaster 1,2 milioni di anni fa migrarono verso Nord, dove la luce solare era molto meno intensa che in Africa. La pelle nera veniva ad essere controproducente: essendo la luce meno intensa, erano meno anche i raggi UV, e pertanto non abbastanza per la produzione di vitamina D quelli lasciati passare dalla pelle nera; dunque a questo punto sopravvissero i pochi che avevano abbastanza poca melanina, e quindi una pelle abbastanza chiara, poiché è evidente che qualunque trauma fisico ricevessero quelli con la pelle scura era fatale a causa della grave carenza di vitamina D.
Fonti:
[1] http://australianmuseum.net.au/Homo-habilis/
[2] http://australianmuseum.net.au/Homo-ergaster
[3] http://www.nature.com/scitable/knowledge/library/evidence-for-meat-eating-by-early-humans-103874273
[4] http://www.meteoweb.eu/2013/01/levoluzione-umana-dovuta-ai-cambiamenti-ambientali-verificatisi-nellafrica-orientale-2-milioni-di-anni-fa/175089/
[2] http://australianmuseum.net.au/Homo-ergaster
[3] http://www.nature.com/scitable/knowledge/library/evidence-for-meat-eating-by-early-humans-103874273
[4] http://www.meteoweb.eu/2013/01/levoluzione-umana-dovuta-ai-cambiamenti-ambientali-verificatisi-nellafrica-orientale-2-milioni-di-anni-fa/175089/
c.d.d.
This, my friends, is the story of how come you’re not fucking chimpanzees (ambiguità stupenda qui) and you can admire niggas, equal to you and so similar to you genetically, all over the world.
Now just shut up, and enjoy the greatest show on Earth:

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