L'eloquente copertina del lungimirante libro
La 'ndrangheta è come un ragno. Tesse ragnatele di amicizie , conoscenze e obbligazioni con uomini delle istituzioni e non. Investe tutti i settori di una società. Con essa sono implicati uomini di ogni occupazione da magistrati a poliziotti, da assessori comunali a sindaci fino alle più alte sfere politiche. Tutti i campi di una società sono conniventi o collusi, nessuno escluso, nemmeno la Chiesa.I rapporti fra la Chiesa Cattolica e le mafie hanno origine in tempi remoti: le prime relazioni in Calabria rimandano al lontano 1863 quando un parroco fu accusato da decine di cittadini di essere legato a famiglie con le quali compiva abusi e violenze. I primi provvedimenti ecclesiastici per contrastare la 'ndrangheta si presero solo nel 1975 quando la Conferenza Episcopale Calabra per la prima volta scrisse la parola "mafia" in un documento ufficiale. Pochi sono i preti che prima del '75 non hanno taciuto e che puntualmente sono rimasti inascoltati e soli, come don Antonio Polimeni e don Giorgio Fallara, uccisi perché denunciarono un sacerdote complice con i mafiosi di rubare ed estorcere soldi per il pagamento della contribuzione fondiaria. La Chiesa ha tratto forza e affermazione della propria autorità dalle mafie e così queste da essa. I mafiosi erano visti dai preti come uomini a servizio della comunità perché organizzavano a proprie spese feste patronali, processioni, ristrutturazioni di chiese e donazioni di ingenti quantità di denaro e terreni. Essi erano visti come i paladini della cristianità perché combattevano il comunismo e il divagare di idee anti-tradizionaliste . Il pensiero dei parroci influenzava quello dei fedeli, i quali essendo nella maggior parte dei casi analfabeti e quindi privi di un sufficiente raziocinio finivano per percepire la figura del mafioso come un'autorità, legittimata dal sacerdote; autorità che però non era realmente legittimata dal fedele stesso, solo temuta sproporzionatamente. Gli appartenenti ad organizzazioni criminali adoperandosi a fare del bene all'interno di una comunità parrocchiale finiscono per essere visti dalla società come benefattori e ciò accresce la loro influenza. La 'ndrangheta ,come le altre mafie, fin dai primordi della sua esistenza era ed è un espressione legittimata di una società che vive ai margini delle istituzioni pubbliche, che non riconosce lo Stato e non ne è riconosciuta. Non spoglia i ricchi per aiutare i poveri né tanto meno ha interesse nel farlo in altro modo è piuttosto una sorta di élite plebea che tende a sfruttare i suoi simili ed è ossequiosa con i potenti.Dopo la presa di posizione della Conferenza Episcopale Calabra del 1975 molti sono stati i sacerdoti che non hanno abbassato e non abbassano e mai abbasseranno la testa e che sono arrivati fino al sacrificio ultimo per debellare questo cancro chiamato 'ndrangheta che affligge la nostra Calabria e il mondo intero; tra questi vi sono i donni Giuseppe Campisano , Domenico Tropeano, Giorgio Rigori, Emilio Stamile, Giorgio Fallara e Giacomo Panizza. Le sfere alte della Chiesa solo nel 2010 con il documento della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) condannarono le mafie ma tuttavia lasciarono ai singoli sacerdoti l'iniziativa di prendere provvedimenti senza alcuna linea guida. Da più fronti religiosi si sollecita la scomunica degli appartenenti alle organizzazioni criminali, i quali vivono una religiosità frutto di una logica della violenza che non ha nessun punto d'incontro con quella cristiana alché però la Chiesa fa un brusco dietrofront. L'arcivescovo Mariano Crociata afferma che i mafiosi sono già fuori dalla Chiesa e non c'è bisogno di scomuniche esplicite.A mio parere la scomunica inciderebbe positivamente sulla concezione della figura del malavitoso demonizzandola come si conviene; una demonizzazione che ovviamente rispecchia la realtà. Fare ciò darebbe un segnale importante anche alla società facendo capire che i mafiosi non sono cristiani, non perché facciano parte di un'organizzazione criminale, ma perché professano una religione, come ho precedentemente detto, che non ha nulla a che vedere con il cristianesimo perché privilegia la loro figura ponendoli al di sopra degli altri fedeli. Inoltre il loro Dio permette che sotto la sua protezione compiano crimini contro l'umanità. In conclusione la Chiesa , in quanto istituzione avente una presenza capillare sul territorio italiano, dovrebbe aumentare il suo impegno contro la lotta alle mafie aiutando la comunità a capire l'importanza di non essere indifferenti a tale problema.
|
Nessun commento:
Posta un commento